Kialo: il social network culturale

Ai social dobbiamo sicuramente riconoscere il pregio di aver messo in comunicazione milioni di persone in qualsiasi luogo del mondo, però hanno anche avuto la capacità di esporre la parte negativa di molte persone.

Un buon strumento utilizzato male

I social, come tante altre realtà, sono partiti con un buon proposito ma le istruzioni per l’uso non erano molto chiare così, si sono trasformate in qualcosa di negativo, dove il lato peggiore dell’essere umano viene messo in mostra. Chi voleva semplicemente conversare, sviluppare un pensiero o approfondirlo, si è ritrovato in una specie di Grande Fratello dove le discussioni sono infinite, insulse, frivole e senza fondamenta. Quindi, vi chiederete, non c’è nessuna speranza per chi desidera un dialogo costruttivo, dove non vigono offese, insulti e squallore?

Ad agosto è stato inaugurato Kialo, la piattaforma social networking fondata da Errikos Pitsos e sembra già aver incontrato il favore del pubblico. Come sempre, a dirci se il pubblico preferisce frivolezza o conversazione, sarà il tempo

Kialo: come funziona?

Dopo essersi iscritti sul social network, ci si trova davanti ad alcune affermazioni o domande, più o meno condivisibili, che toccano vari argomenti. Dal titolo si capisce subito la tendenza dell’utente che ha lanciato il topic, ma questo spinge ad avviare una discussione che sicuramente arricchisce il proprio pensiero. Ovviamente tutti possono partecipare ad una conversazione o lanciare un nuovo argomento da discutere, però, per raggiungere la home page di Kialo, bisogna superare l’approvazione di un numero ristretto di utenti. Questo passaggio serve ad evitare che si instaurino i toni accesi utilizzati in altri social e per scoraggiare i troll.

Per evitare che la cosa diventi noiosa e prolissa, sul social vigono alcune regole. Per incominciare gli interventi non possono superare le 500 battute, le conversazioni sono inserite in categorie, gli interventi si possono votare e il tutto si svolge armoniosamente. Avete presente un caffè di fine ‘800 dove, discutere per arricchirsi culturalmente, era all’ordine del giorno? Ecco, questo social promette di essere un luogo virtuale di approfondimento.

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